Ineos Grenadiers, Egan Bernal riparte da 584km nella “prima settimana di allenamento”

23 ore, 584 chilometri e 4000 metri di dislivello nella prima settimana di allenamento in strada di Egan Bernal dopo l’infortunio. Il corridore colombiano sembra dunque continuare ad anticipare i tempi rispetto a quanto i medici avevano previsto dopo il terribile incidente di gennaio, che comunque sembra destinato a fargli saltare sostanzialmente tutta la stagione, con un ritorno negli ultimi mesi possibile, ma ancora tutt’altro che certo e, in ogni caso, senza obiettivi se non quello di essere nuovamente in gruppo. Una caduta che avrebbe potuto costargli la vita, non solo la carriera, quella avvenuta non lontano da casa, mentre si allenava con una bici da cronometro.

Tornato in strada il 27 marzo, definito “il giorno più felice della mia vita”, da allora continua ad aggiornare con costanza e ironia i suoi follower riguardo i suoi allenamenti e i suoi progressi. Ripartito dopo due mesi e venti ossa rotte, il classe 1997 nei giorni scorsi ha effettuato una pedalata pubblica virtuale sui rulli, occasione nella quale ha chiarito di non farsi illusioni riguardo un rientro rapido, ben consapevole che sarà un percorso lungo, senza dunque darsi una data di rientro, ma sognando comunque “di poter tornare a correre quest’anno”, pur senza avere ancora effettivamente idea riguardo la fattibilità.

Dopo essere passato anche dall’ipotesi di ritirarsi nei primi giorni dopo l’incidente, quando ancora non sapeva se sarebbe mai potuto tornare in bici, il colombiano è ora pienamente concentrato sulla bici e sulla sua voglia di tornare al suo livello, essendo riuscito a superare i momenti peggiori: “La parte più difficile è superata – ha spiegato – Ora posso salire nuovamente in bici e posso avere una vita praticamente normale. Anche se penso che ci vorrà un anno prima di tornare a correre, sarà comunque la parte più facile perché sono potuto tornare in sella”.

Senza darsi obiettivi, felice di essere in salute e di poter tornare a pensare al futuro, il più giovane vincitore del Tour de France dei tempi moderni prima dell’avvento di Tadej Pogacar riparte dunque da piccoli obiettivi, un passo alla volta. Sempre comunque con la voglia di lottare e cercare di superarsi, quella propria dei grandi campioni.

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